Storia

Pan

 

 

Conflenti è un suggestivo paesino della provincia di Catanzaro, posto a 540 m. sul livello del mare, alle falde del monte Reventino (1417m.).

Conflenti figura nella splendida carta murale della Galleria del Belvedere in Vaticano raffigurante la Calabria Citeriore, facente parte di quello spettacolare ciclo di affreschi di carte geografiche realizzate nel 1580 da Egnazio Danti.......…

 E' questa la prova che Conflenti sul finire del '500 aveva un'importanza strategica sulla linea di confine tra la Calabria Citeriore e quella Ulteriore ed era un luogo di riferimento dal punto di vista religioso.......

 Il primo nucleo abitativo sorse nell' XI secolo intorno ad un cenobio basiliano, trasformato poi in chiesa cristiana intitolata a S. Nicola. Si sviluppò nei secoli successivi fino a diventare famoso a partire dal 1578, anno in cui accaddero dei prodigi e delle apparizioni della Madonna nel luogo dove oggi sorge un bellissimo santuario. Diviso in Conflenti soprani e sottani, conserva pressoché intatti i due centri storici con i caratteristici portali e le case in pietra addossate le une alle altre come le nicchie di un alveare.

Alla fine del '700 fu al centro dei fatti sconvolgenti del sanfedismo ad opera di Nicola Gualtieri Panedigrano, divenuto maggiore dell'esercito borbonico e braccio destro del Cardinale Ruffo nella marcia della Santa Fede per liberare il regno dai francesi.......

Era allora una delle Università (oggi Comuni) più grandi con un territorio che raggiungeva le vicinanze della piana lametina. Erano conflentesi i due fittuari (Don Antonio Montoro e Don Antonio Folino) che tenevano i possedimenti dell'antica abbazia dei Santi Quaranta Martiri, compresa la selva del Mitoio e la chiesa. Il Procuratore dell'Abbazia e dei suoi beni era il sacerdote don Francesco Maria Stranges parroco della chiesa di San Nicola a Conflenti soprani. La procura gli era stata affidata dall' abate commendatario don Guglielmo Winspeare residente a Napoli........

La foresta del Mitoio era la famosa "selva della pece" ricordata in tutti i documenti dell'epoca.

Negli anni della peste, Conflenti si venne a trovare al centro dell'attenzione per tutta una serie di fatti sconcertanti che fecero notizia in tutto il Regno di Napoli e perfino in Vaticano. Questi fatti (apparizioni e miracoli) sono stati tramandati, oltre che dalla tradizione, anche da un prezioso manoscritto dell'epoca contenente il dossier redatto dal cancelliere vescovile notaio Nicolangelo Baratta nel 1578-1579, quando ebbe l'incarico del vescovo di Martirano, Perbenedetti di accertare la loro veridicità, istruendo un vero e proprio processo. Da questo manoscritto il sacerdote Carlo Montoro nel 1862 trasse le SACRE MEMORIE DELLA GRAN MADRE DI DIO in cui sono raccontate le apparizioni a partire dal 7 giugno 1578.

I racconti fatti da essi al cancelliere vescovile Baratta hanno molti particolari in comune, tanto che tutte le apparizione, nella sostanza, sono identiche: "una gran Signora circondata da colombe", "una nobilissima matrona circondata di angeli", "una celesta maestosa regna", "una nobile signora", "una celeste matrona", "una vaga nobilissima Signora". Tutti i veggenti, oltre alla visione, sentono una "soave celeste armonia" e vanno in estasi. Per tutti la Madonna ha l'identico messaggio: la richiesta della erezione di un tempio in Visora.

La posa della prima pietra del tempio voluto dai conflentesi a Visora avvenne il 9 marzo 1580. In mezzo ad una moltitudine di fedeli giunti da ogni parte, il vescovo, dopo aver celebrato la messa e pronunciato un breve discorso, delineò i confini della chiesa. Le fondamenta, come si legge nei documenti, furono scavate in soli 4 giorni. I lavori procedettero con incredibile celerità. Così, dopo appena sette mesi, precisamente nel mese di ottobre, le strutture furono terminate.

Successivamente ci si preoccupò di far dipingere un quadro della Madonna da collocare nel nuovo tempio. Fu dato l'incarico al pittore Muzio Roblani di Messina. La mattina del 9 luglio 1581 il pittore, giunto a Conflenti, si recò in chiesa insieme ad una commissione per decidere come preparare e dove poi sistemare l'effigie. Ebbene, come racconta la tradizione, appena aperta la porta del tempio, si rinvenne il quadro già dipinto e messo a posto. Il fatto ebbe sapore di miracoloso.

Il quadro, definito subito "divino", sistemato molto in alto al di sopra dell'altare maggiore, una tela di m. 1 per cm 80. L'immagine della Vergine, avvolta in un manto azzurro che scende dal capo alle spalle, risalta su uno sfondo dorato. Il colorito del volto è scuro, i capelli biondi, le pupille scure, le labbra rosso porpora. Il manto, stretto in avanti, lascia libere le mani che stringono un bianco lino ricamato. Sul petto a destra campeggia una stella. Una serie di globi d'oro a cinque a cinque ornano il resto del panno. A sinistra, tra le braccia della Vergine, siede il bambino che tiene nella mano sinistra un libro, mentre con la destra benedice. Un doppio diadema di colore oro circonda la testa della madre e del figlio. La Vergine raffigurata in questo quadro, definito miracoloso e dipinto dagli angeli, fu scelta come protettrice e patrona dei conflentesi che si impegnarono a tenere accesa notte e giorno una lampada davanti al suo altare. La festa della Madonna di Visora si celebrò il 24 giugno e così fu per altri 27 anni. Il 26 agosto 1607 la chiesa fu proclamata e consacrata 'basilica', il che comportava grandi privilegi onorifici.

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